Sempre più frequentemente sentiamo frasi del tipo “Siamo quello che mangiamo!” o “Il tuo cibo, sia la tua Medicina”, ma pur rendendoci conto che, anche solo per un semplice ragionamento logico, ciò corrisponde alla verità, difficilmente trasformiamo in azione, quindi, modificando il nostro stile di vita alimentare, ciò che razionalmente condividiamo. Siamo tradizionalmente e culturalmente propensi a spendere il meno possibile per la nostra alimentazione, arrivando ad estremi del tipo: acquisto il telefonino di ultima generazione, ma la spesa alimentare la faccio nei Discount! Le ragioni di tale atteggiamento sono, innanzi tutto, da ricercarsi nella storica mancanza di attenzione da parte della Medicina moderna verso ciò che, oggi, per un approccio olistico alla problematica salutistica, è ritenuto di fondamentale importanza: una corretta alimentazione. Ora, sappiamo che un’alimentazione non adeguata porta inevitabilmente alla malattia ed alla morte precoce. Ma qual è la dieta per la salute? Nel tentativo di avere una risposta a questa domanda, ci imbattiamo in un’innumerevole moltitudine di scuole di pensiero, convincimenti più o meno sostenibili, affermazioni in buona ed in mala fede. Di chi fidarsi allora? Quale è, veramente, la corretta alimentazione per il mantenimento dello stato di salute? In questa trattazione cercheremo di fare chiarezza, basandoci su argomentazioni scientifiche dimostrate, iniziando da quei gruppi di alimenti che hanno un ruolo decisivo nello sviluppo delle intolleranze alimentari. Proprio così, il momento in cui iniziamo ad essere intolleranti a qualche alimento significa che stiamo minando la nostra salute generale. Le intolleranze alimentari rappresentano il primo campanello d’allarme, il primo tentativo del nostro corpo di segnalarci che stiamo sbagliando qualcosa nel nostro modo di alimentarci. Cerchiamo di capire, innanzi tutto, questo concetto.
INTOLLERANZE ALIMENTARI: un campanello d’allarme.
Definizione di Intolleranza alimentare: reazione infiammatoria, più o meno sintomatica, prodotta da specifici elementi del sistema immunitario, in conseguenza del contatto con macromolecole di un determinato alimento.
Perché avviene? Le mucose del nostro intestino sono, o dovrebbero essere, ricoperte di uno “tappetino” di microrganismi “amici” (batteri, lieviti, etc.); questo strato, se in ottime condizioni, è una vera e propria barriera “fisica” che rappresenta il primo “muro” difensivo nei confronti delle possibili aggressioni da parte dei microrganismi patogeni “nemici”, presenti in ciò che ingeriamo. Ma se questa barriera, anziché essere costituita principalmente da microrganismi fisiologici “amici”, è popolata da numerosi microrganismi patogeni “nemici”, ecco che si creano i presupposti per innescare il meccanismo delle intolleranze alimentari. Ciò accade perché vi sono microrganismi patogeni, ed il più temile in tal senso è senz’altro la Candida, che, se presenti in colonie, hanno la capacità di aggredire la mucosa intestinale, perforandola. I “fori” provocati da questi microrganismi rendono attraversabile le mucose che perdono così la loro funzione di filtro. Pertanto, se la funzione primaria di una mucosa intestinale sana è quella di farsi attraversare solo ed esclusivamente da nutrienti (singole molecole di cui sono composti gli alimenti), una mucosa non integra lascerà passare anche macromolecole (composti di varie molecole non ancora scissi in singoli elementi). Queste macromolecole alimentari verranno, quindi, a contatto con gli elementi del sistema immunitario presenti sotto la mucosa intestinale, i quali, non riconoscendo come nutrienti questi macromolecole, reagiranno “marcandole” come nemici da combattere ed innescando il processo infiammatorio (intolleranza alimentare). Pertanto, soffrire di intolleranze alimentari significa avere un intestino non in buone condizioni e, se l’intestino perde la sua capacità di filtro, l’intero stato di salute dell’individuo viene fortemente minato. Ma cosa innesca questo meccanismo? Vi sono farmaci (antibiotici, antimicotici, etc.), così come gruppi di alimenti che hanno un grande potere “distruttivo” verso i microrganismi fisiologici della mucosa intestinale (barriera protettiva) o, addirittura, direttamente lesivo nei confronti della mucosa stessa. Mentre per i farmaci rimandiamo alla sensibilità individuale e dei Medici prescrittori, che dovrebbero saper distinguere quando un farmaco sia veramente indispensabile, per l’alimentazione ci sentiamo di poter dare degli utili consigli; nel senso che vi sono categorie di alimenti che dovremmo escludere dalla nostra dieta, se il nostro obiettivo è il mantenimento di un buon stato di salute.
Latte (e derivati), carne (sia rossa che bianca) e zuccheri (inclusi i carboidrati raffinati) sono, quindi, alimenti “NO”. La loro eliminazione dalla dieta è non solo auspicabile ma veramente necessaria, soprattutto nel corso del trattamento per risolvere le intolleranze alimentari, ma anche in seguito, per il mantenimento dei risultati ottenuti e per evitare le ricadute.
Parleremo ora di altre due categorie di alimenti, il pesce e il glutine, consigliati sì, ma con moderazione. Vediamo perché.
LA SOLUZIONE GLOBALE DELLE INTOLLERANZE ALIMENTARI
Approfondite, quindi, quali sono le cause alimentari che stanno alla base delle intolleranze, è giunto il momento di delineare un approccio che costituisca un aiuto concreto per una reale soluzione definitiva di tale problematica; tale approccio si basa su quattro precisi interventi che dovranno essere attuati contemporaneamente. Prima di tutto è necessario favorire il ripristino dell’integrità della barriera intestinale, passo fondamentale ed indispensabile per la vera risoluzione del problema. Solo così è possibile impedire l’ingresso nell’organismo di macromolecole alimentari, tossine e antigeni in genere. è inoltre necessario ottimizzare il “terreno” intestinale e migliorare il metabolismo, al fine di ricreare le condizioni che favoriscono l’eubiosi intestinale e la completa digestione degli alimenti. Altra azione importante è quella di favorire il drenaggio delle tossine e migliorare la funzionalità degli organi a ciò preposti, la cui efficienza è assolutamente fondamentale per la detossificazione dell’organismo. Infine, ma non ultimo, è importante seguire uno stile di vita alimentare volto, da un lato, ad evitare le categorie di alimenti che alterano la permeabilità intestinale e, dall’altro, a favorire l’eubiosi intestinale ed il giusto apporto di nutrienti. Tale approccio può essere realizzato associando principi naturali specifici e alimenti salutari.
LE QUATTRO MOSSE PER RISOLVERE LE INTOLLERANZE E MANTENERSI IN SALUTE
1) Ripristinare l’integrità della barriera intestinale: risultati straordinari sono garantiti dall’associazione di Estratto di semi di Pompelmo (GSE), Agar Agar e Centella. Numerosi studi hanno dimostrato che il GSE esercita sulla mucosa danneggiata un’attività protettiva e riparatrice delle lesioni, stimolando i naturali processi di “guarigione”. Consigliabile l’associazione con Agar Agar, ricchissima di sostanze mucillaginose, con proprietà antinfiammatorie e lenitive utili per il ripristino dell’integrità della mucosa. Completa “l’opera” la Centella, la cui attività cicatrizzante e di stimolo alla produzione di collagene, costituisce una garanzia in più al raggiungimento dell’obiettivo.
2) “Ottimizzare” il terreno intestinale e migliorare il metabolismo: di fondamentale importanza l’apporto dell’Estratto di semi di Pompelmo, per le proprietà di “pulitore selettivo intestinale”, ossia la capacità di agire contro i patogeni che aggrediscono la mucosa intestinale senza intaccare la flora microbica fisiologica. Indispensabile anche l’apporto di enzimi digestivi (maltodestrine fermentate), che favoriscono i processi di demolizione degli alimenti, e della Curcuma, nota per le proprietà antimicrobiche e favorenti i processi digestivi.
3) Favorire il drenaggio delle tossine e migliorare la funzionalità degli organi a ciò preposti:ciò si realizza associando gli estratti di Cardo mariano, Curcuma e Solidagine. Cardo mariano e Curcuma sono piante molto efficaci nell’attività protettiva e di stimolo alla depurazione del fegato (la Curcuma esplica inoltre un’importante attività antinfiammatoria sistemica). La Solidagine favorisce la depurazione renale.
4) Evitare le categorie di alimenti che alterano la permeabilità intestinale, favorire l’eubiosi ed il giusto apporto di nutrienti: ciò si realizza eliminando i cibi “no” (latte e derivati, carne, zuccheri), assumendo con moderazione i cibi che abbiamo definito “sì, ma…” (pesce di piccola taglia e di mare aperto, cereali contenenti glutine: frumento, farro, kamut, orzo, segale, sorgo, spelta, triticale ed avena ) e privilegiando invece le seguenti categorie alimentari, che possiamo definire decisamente “sì”: a) la frutta e gli ortaggi di stagione biologici; b) le proteine vegetali (legumi: fagioli, fave, ceci, lenticchie, soia, piselli, etc.; il tofu, il tempeth); c) i cereali integrali e gli pseudo cereali “gluten free” (riso, mais, quinoa, amaranto, grano saraceno, miglio); d) i semi oleaginosi (mandorle, noci, semi di lino, di girasole, di zucca, etc.), preziose fonti di acidi grassi polinsaturi, di minerali e di vitamine.
In ambito salutistico è possibile reperire gli estratti vegetali sopra descritti, selezionati per le loro virtù salutistiche ai fini della risoluzione delle intolleranze alimentari e della “costruzione” dello stato di salute generale. A ciò si raccomanda di associare i consigli alimentari descritti in questo depliant; l’alimentazione, che abbiamo definito “VEGITTICA”, a base di frutta e verdura di stagione, cereali e pseudo-cereali integrali, semi oleaginosi, legumi e pesce (anche se in misura moderata e con i criteri suggeriti in questo depliant), costituisce la base per risolvere le intolleranze alimentari, mantenere i risultati nel tempo ed assicurarsi la salute futura.
Persegui la guarigione e mantieni la salute: diventa VEGITTICO!